EUROPE’s MIRACLES
The elections to the European Parliament are close and, as a result
of the renewal of the Committee, thus of the summits of the European Union
and even with continuous critics both to the centralized monetary system and
to the accounting policy of austerity attributed to an European idea more
administrative then politic, we can’t help linking Europe to tools provided
by the EU.
I am not referring only to structural funds available to Countries,
Italy recurrent pleasures and pains such as POMPEI, and neither to the only
apparently marginal ERASMUS program, which actually progressively forms new
generations to the of internationality. Specifically I refer to the world of
European calls which, in the medium term, steers enterprises, NGOs, foundations,
public administrations.
Calls waited by many entities, which involve huge resources,
sometimes for co-financing sometimes for fully financing projects, always
very difficult to obtain because of the large competition and, once obtained,
seriously controlled.
These calls can have some thaumaturgic effect.
I think about ONMEST2 (Open Network on Mediterranean Sustainable
Tourism) project, designed by a member of our Foundation, D.B., who with
perseverance imagined and put together, as it was requested, small locations
of Italy, Spain, Greece, Tunisia, Lebanon, Jordan and Palestine in order to
promote a tourism made of intercultural attractions, experience of
integration and awareness without precluding pleasure, amusement, taste and
beauty.
The project, focused on minor destinations, proposes a typical rule
of new society and economy which states that the concentration, the critical
mass, the world metropolis are not sustainable.
The mass tourism transfers from a country to another packaged groups
more careful to time than to the maps of the places, which recognize the
destinations as per the day of the travel program rather than per the
landscape or a touristic guide, is a widespread tourism that maybe makes GNP,
but does not produce life quality and durability of environments and
relations. The mass tourism is then not sustainable and not promotable by the
EU. On the contrary is sustainable the other one, the relational and cultural
tourism, slower, less expensive, more characteristic and customizable by the
users. But to practice this last, it is necessary to be prepared and the
announced miracle begins to reveal.
To take part to the call, Palestinians got in touch with Sicilians,
Tunisians with Spanish, and so on, all with all, thanks to internet. They
shared progressively a way to work together, accepted coordination and
diffusion of information, started to keep similar accounting system,
identified resources to involve.
The miracle continues in a practical way when in Lebanon, some days
ago, hosts of the local partner Baldati Organization, they meet each other in
Jounieh, close to Beirut, in the Catholic Maronite USEK University, in order
to define the program and organize training and collaborations.
Their aim is to attract in a continuative way international public
starting from Olympia in Greece, Murcia in Spain, the Jordan Valley in
Jordan, Ramallah area in Palestine, the ancient and new Carthage in Tunisia,
Byblos in Lebanon and the south of Noto Valley in Sicily.
Eight partners and five associates, each with its cross competences.
The Tunisian association UNFT focused on the women involvement; the Lebanese
network of Baldati with a portal open to 1640 villages to train to the
intensive use of digital tools; the Murcia University with the task of
promoting the teaching at a distance; the Palestinian Rozana with its
competence about sustainable paths; the Tunisian Delarpa experienced in the
awareness raising of the young students; the Greek ERFC with its skill in
fund raising. And then the Associates: the Italian Trekking Italia for the
implementation of programs and hospitality out of conventional circuits and
focused on environment; the Italian AREGAI proposing its standardized and
certifiable assessment methods; the Tunisian Padil, expert in dealing with
the communities; the Italian Mulino della Torre which frames the recipes in
the cultural environment and history; finally our PLEF to help to define and
adopt in each territory a sustainable strategic positioning starting right
from the territory of Ispica, seat of the Municipality of Ispica, project
leader and of the Associazione Culturale Sud, project coordinator.
All met together to discuss about local traditions and innovations,
emotions that kitchen and folklore can give, infrastructures to organize,
people with new professional figures to introduce.
A fervour which does not stop because of anxiety of everlasting
conflicts, does not take fright for the actual distance of local institutions
with their elections troubles, always just ready to make a good impression in
conferences; a fervour that shows capacity to communicate among different
languages and the will to do it even conceptually.
Applause to the leader D.B. which demands discipline and commitment
acknowledging that everybody is learning by doing and no schemes have to be
uncritically adopted but always invented as the case may be, with humble
listening of the others' experiences.
Is this fervour able to last? Will the funding of the work to be
done and the amount already spent, condition the future?
This section will follow step by step the evolution, but what has
been already done has to be inserted in the intangible accounting of the
partners, of the associates and of the European Union under the heading of
MIRACLES!
Emanuele Plata
|
I MIRACOLI
DELL'EUROPA
Siamo prossimi all'elezione del parlamento europeo e, in seguito al
rinnovo della commissione, quindi dei vertici dell'Unione e pur in costanza
di critiche al sistema monetario centralizzato così come alla politica di
austerità contabile attribuita ad un Europa molto amministrativa e poco
politica, ci si rende conto che ogni volta che si prova ad immaginare una
prospettiva, non si può fare a meno di collegarla agli strumenti messi a
disposizione dalla UE.
Non mi riferisco solo ai fondi strutturali a disposizione degli
stati, per l'Italia croce e delizia
ricorrente come quando parliamo di POMPEI, e nemmeno all'apparente
marginale programma ERASMUS, che di fatto forgia progressivamente di
internazionalità le nuove generazioni; nello specifico mi riferisco al mondo
dei Bandi Europei che, per periodi
di medio termine, segnano l'indirizzo di marcia per imprese,
associazioni/fondazioni di volontariato e amministrazioni.
Bandi attesi da molti, importanti nelle risorse disponibili, a volte
per cofinanziamenti a volte a totale contributo, sempre difficili da
intraprendere e difficilissimi da aggiudicarsi per la concorrenza diffusa e,
una volta aggiudicati, controllati sul serio.
Questi bandi hanno, ma soprattutto possono avere un che di
taumaturgico.
Per questa definizione ho in mente il progetto ONMEST 2 - Open Network for MEditerranean Sustainable Tourism, perseguito da un socio della nostra Fondazione, Domenico
Bearzatto, che con tenacia ha immaginato ed è riuscito a mettere insieme,
come da requisito, delle piccole località di Italia, Spagna, Grecia, Tunisia,
Libano, Giordania e Palestina per promuovere un turismo fatto di attrattiva interculturale, di esperienza di
integrazione e consapevolezza senza precludere piacere, divertimento,
gusto e bellezza.
Un progetto che, puntando sulle località minime, ripropone una
regola della nuova società e della nuova economia e cioè che la
concentrazione, la massa critica, le metropoli del mondo non sono
sostenibili.
Il turismo di massa con un passaggio da un continente all'altro di
gruppi confezionati che guardano il calendario anziché la cartina geografica
e riconoscono i posti in base al giorno del programma di viaggio piuttosto
che dal paesaggio o dalla lettura di una guida, questo turismo dilagante fa
forse PIL, ma non produce qualità della vita e durabilità di ambienti e
relazioni. Il turismo di massa non è
quindi sostenibile e non è promuovibile dalla UE. Al contrario lo è
l'altro, più lento, meno caro, più caratteristico e personalizzabile con
l'utenza, ma per farlo occorre essere preparati ed è qui che il miracolo
annunciato incomincia a palesarsi.
Perché per partecipare al bando, grazie ad internet, i Palestinesi
sono stati in contatto coi Siciliani, i
Tunisini con gli Spagnoli, e così via, tutti con tutti, e
progressivamente hanno condiviso una modalità proposta per il lavoro in
comune, hanno accettato coordinamento e diffusione delle informazioni, hanno
iniziato a tenere una contabilità comune, hanno identificato le forze da
mettere in campo.
L'impegno è stato tanto più grande perché in prima battuta questa
rete era rimasta fuori per un soffio dall'aggiudicarsi il riconoscimento del
bando, ma la qualità dei contenuti proposti e la diversità di soggetti
coinvolti, hanno stimolato i responsabili del bando ad un supplemento di indagine che li ha portati a
concludere favorevolmente per l'avvio di ONMEST 2.
Il miracolo continua in
modo fisicamente provabile quando in Libano pochi giorni fa, ospiti del
partner locale BALDATI ORGANIZATION, si ritrovano tutti nella sede
dell'università Cattolica Maronita USEK, a Jounieh, vicino a Beirut, per
mettere a punto il programma e
organizzare gli addestramenti e le collaborazioni.
Per pensare ad attirare in modo continuativo il pubblico
internazionale iniziando dalla zona di Olimpia in Grecia, dalla Murcia in
Spagna, dalla Valle del Giordano in Giordania, dalla zona di Ramallah in
Palestina, dalla antica e nuova Cartagine in Tunisia, da Byblos in Libano e
dal sud della Val di Noto in Sicilia, ci si mettono otto partner e cinque
associati, ciascuno con le sue competenze trasversali, come ad esempio
l'organizzazione delle donne tunisine focalizzata sul coinvolgimento
femminile, il network libanese di Baldati con un portale attivo su 1640
villaggi per avviare anche gli altri all'uso intensivo del mezzo digitale,
l'Università della Murcia con il compito di promuovere l'insegnamento a
distanza e gli associati italiani di Trekking Italia per la preparazione di
programmi e ospitalità fuori dai
circuiti convenzionali e focalizzati sull'ambiente, quelli di AREGAI per
rendere disponibili metodi di comunicazione standardizzata e certificabile
sulla sostenibilità (ambientale, sociale ed economica) delle offerte, come
infine noi di PLEF per aiutare a definire e adottare in ciascun territorio un
Posizionamento Strategico Sostenibile a partire probabilmente proprio dal
Comune di Ispica (RG), capofila del progetto.
Tutti insieme a dibattere
delle tradizioni e innovazioni locali, delle emozioni che la cucina e il
folklore possono donare, delle infrastrutture da organizzare, delle persone
di nuova occupazione da introdurre. Un fervore che non si blocca per la
preoccupazione dei conflitti eterni, che non si impaurisce per la distanza
sostanziale delle istituzioni locali coi loro problemi elettorali e di
piccolo cabotaggio, sempre pronti solo a fare bella figura nelle conferenze,
un fervore che dimostra la capacità di comunicare linguisticamente e la
volontà di riuscire a farlo anche concettualmente.
Applausi al leader Bearzatto che chiede disciplina e impegno
riconoscendo che tutti stanno imparando strada facendo e che nessuno schema
deve essere adottato acriticamente ma sempre inventato per il singolo caso,
purché con l'umile ascolto delle esperienze degli altri.
Riuscirà questo fervore a durare? Gli snodi sui soldi che devono
arrivare a finanziare il lavoro corrente e a rimborsare quanto già speso
individualmente dai partecipanti non condizionerà il futuro?
Questa rubrica seguirà passo dopo passo l'evoluzione, ma ciò che è
già stato fatto va messo nella contabilità intangibile dei partner, degli
associati e dell'Unione Europea alla voce MIRACOLI!
Emanuele Plata
|
Mediterranean responsible tourism
Tuesday, 10 June 2014
Europe's miracles
Labels:
Beirut,
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Italy,
Miracles
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